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Hacking the Digital through Humanities

Hacking the Digital through Humanities

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Tutti noi agiamo in un ambiente mediale che coevolve con le nostre vite, con il nostro immaginario, con la nostra sensibilità e con le nostre relazioni. Nessuna tecnologia è neutrale, ma incorpora sempre la visione del mondo, le idee e le ideologie di chi la progetta.
Ecco che allora la contrapposizione tra sapere tecnico e umanistico mostra la sua inconsistenza: l’informatico che programma in modo inconsapevole non è a nessun titolo un “tecnico” del digitale, perché a ben vedere non padroneggia una parte fondamentale delle tecniche – autoanalisi, senso critico, immaginazione – indispensabili al suo lavoro quanto le regole logiche che gli consentono di validare il suo codice. E allo stesso modo non esiste umanista il cui pensiero non sia in rapporto di interdipendenza (più o meno consapevole) con le tecnologie con cui interagisce.

È arrivato allora il momento di un’alleanza tra saperi da sempre complementari, che da un lato porti in luce le istanze etiche, estetiche e biopolitiche delle tecnologie con cui coabitiamo, dall’altro immagini come progettarle e ri-progettarle criticamente.

Per scrivere insieme una narrazione alternativa, avremo bisogno di voi e della vostra immaginazione.

Seguiteci! Arriveremo presto con una serie di idee e progetti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][ff id=”2″][/vc_column][/vc_row]