QuaranTip (1-3): Dati, cultura digitale e pensiero computazionale

#QuaranTip n.1

Grafici e numeri affollano tv, giornali e social media, dando così una forma visibile a quello che la narrazione governativa e mediatica ha etichettato come “nemico invisibile”.

Ma cosa possiamo farne dei dati sull’epidemia?

Rappresentano un’occasione di elaborazione collettiva dell’esperienza della malattia, o di sua negazione, allontanandola dalla sfera del sensibile?

Salvatore Iaconesi del centro di ricerca Human Ecosystems, ci mette di fronte ad una scelta.

Da un lato accettare il modello dominante, dove i dati vengono estratti e spettacolarizzati, in un processo che ci rende semplici fruitori passivi: “cosa posso fare d’altro se non subire i numeri e le loro rappresentazioni? Cosa posso fare d’altro se non atterrirmi, e poi – speriamo – gioire del loro cambiamento di colore: bianco, rosso, bianco di nuovo?”.

Dall’altro, immaginare un modello “ecosistemico”, dove i dati non sono “petrolio da estrarre” ma nostri “elementi esistenziali”, tramite i quali posso “esprimermi, stabilire relazioni, comunicare, esistere”. Questo processo ci conduce sul terreno incerto della ricerca di senso, invitandoci ad esplorarlo insieme. Non ci fa promesse, ma apre i dati ai nostri sensi e alla nostra sensibilità.

In questa prospettiva, la dimensione individuale e quella collettiva risultano inscindibili: “Se c’è una cosa che abbiamo imparato da covid19 è che dati e computazione sono una questione di vita, di esistenza e di sopravvivenza: di poter esistere nel mondo”.

📚Link: https://www.che-fare.com/iaconesi-dati-societa-covid-19/ 


#QuaranTip n.2

Le “competenze digitali” non sono solo un requisito tecnico, ma anche culturale.

Non è sufficiente possedere una confidenza di base nell’uso delle tecnologie, ma è necessario essere altrettanto consapevoli del loro funzionamento e del loro ruolo sociale.

Allo stesso tempo, la “crescita culturale digitale” delle cittadine e dei cittadini necessita di una politica illuminata sull’infrastruttura, che offre uno spazio di potenzialità e realizzazione democratica.

Massimo Mantellini sottolinea come le condizioni attuali dovute alla pandemia abbiano reso evidente l’interdipendenza tra questi due aspetti, riportando l’attenzione sulla necessità di costruire le condizioni per una cittadinanza digitale attiva.

📚 Link: https://www.ilpost.it/…/saggio-breve-sul-presente…/ 


#QuaranTip n.3

Da dove si comincia per imparare a programmare?

Approcciarsi al pensiero computazionale può essere difficile. Come per una lingua conoscere l’alfabeto non significa saperla parlare, per programmare è necessario apprendere i comandi fondamentali, ma anche l’insieme dei metodi che permettono di formalizzare un problema e elaborarne una soluzione.

Oggi vi proponiamo un contenuto “hands-on”: attraverso Processing (Processing Foundation), un linguaggio di programmazione orientato ad aspetti grafici e multimediali, sperimentiamo in modo creativo i limiti e le potenzialità offerte da questo approccio.

Il corso “Think. Create. Code”, tenuto da professori ed esperti dell’University of Adelaide sulla piattaforma edX, si compone di brevi video che, attraverso righe di codice, ci guidano nella costruzione della nostra galleria di immagini e creazioni artistiche.

Una preview degli argomenti:

WEEK 1: Creative Code – Computational Thinking

WEEK 2: Building Blocks – Breaking It Down And Building It Up

WEEK 3: Repetition: Creating and recognising patterns

WEEK 4: Choice – Which Path To Follow?

WEEK 5: Code with creative flair

WEEK 6: Animations and art – your online folio
💻 Link: https://courses.edx.org/…/course-v1:AdelaideX…/course/